29/01/2009

VERTIGO live ADEM (UK) + MR. BRACE

In collaborazione con De Stijl e Stereo:Fonica.

Due anni fa, al momento della pubblicazione del primo album solista Homesongs, Adem Ihlan, bassista dei post-rockers Fridge, fu circondato da un coro unanime di consensi provenienti da critica e pubblico, pronti ad individuare in lui la prossima stella del firmamento nu folk. In realtà, quell’album pagava un prezzo troppo alto in termini di influenze verso certi cantautori americani dell’ultima generazione (Bill Callahan in primis). Il talento era però evidente e la scrittura, lineare, concreta, spesso di facile fruizione, faceva ben sperare per le future vicende discografiche del cantautore. Aspettative che in larga parte vengono confermate dalla bontà di Love And Other Planets, album che segna un notevole passo avanti rispetto alle compassate atmosfere di Homesongs, consegnandoci un musicista finalmente capace di intraprendere e sviluppare un personale percorso stilistico. Anche l’elettronica, usata in Homesongs come elemento “invisibile”, acquista in Love And Other Planets un ruolo decisivo, diventando il perno attorno al quale ruotano alcuni dei momenti più affascinanti dell’album. Alla luce di tutto questo, piace pensare ad Adem Ihlan come ad un onesto e sincero artigiano della canzone, come dimostra il la prova del terzo disco “Takes”: una pregevole raccolta di canzoni altrui, tutte rilette con quel caratteristico stile oramai consolidato. Ma ciò che colpisce è soprattutto l’eterogenea e non scontata scelta dei brani rivisitati. Non si trattano di classici, bensì di episodi tutti usciti dal nostro recente passato più o meno indie. La lieta sorpresa giunge subito in apertura: una Bedside Table estratta dal catalogo dei migliori Bedhead – band seminale amata a dismisura nel sottobosco musicale statunitense, ma inserita un po’ forzatamente dalla critica in certo slow-core targato anni Novanta – resa ancor più lieve e crepuscolare dai pastelli sonori di Adem. Si passa da PJ Harvey agli Smashing Pumpkins, da Lisa Germano, forse la più vicina allo stile Adem, ai Yo La Tengo e dEUS. Ma le ciliegine sulla torta sono le versioni di The Breeders e Tortoise. E poi ancora Pinback e Bjork a confermare la non banalità della tracklist. Dodici cover impegnative e curate in ogni più piccolo particolare che evidenziano l’originalità e la bravura stilistica del Nostro. 
Questo moderno menestrello ha voluto dimostrare che anche gli anni Novanta, grazie alla passione e al lavoro indipendente di molti addetti ai lavori, sono stati essenziali per la cultura e la formazione musicale di più di una generazione, con stupende canzoni che hanno segnato i suoi e i nostri ascolti.

Di supporto Mr. Brace (Tafuzzy Rec. – ita).

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